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LecceEcclesiae

LecceEcclesiae è il circuito dedicato ai monumenti barocchi, un viaggio affascinante nella storia e nell’arte sacra di Lecce. Un servizio che permette la visita alle chiese e agli altri siti nel cuore del centro storico, voluto dall’Arcidiocesi di Lecce e realizzato dalla cooperativa sociale Art Work. 

DUOMO

La visita al Duomo, in un certo senso, inizia già varcando lo scenografico ingresso della piazza, dove, sui due propilei, i Padri della Chiesa dall’alto, accolgono i visitatori definendo una nuova prospettiva dello spazio che introduce in uno scenario quasi teatrale. Con le spalle all’entrata, lo sguardo corre alla sontuosa facciata frontale del Duomo, anche se il vero ingresso all’edifico è quello sul fianco destro, che si affaccia davanti al Vescovado. Qui vale la pena ammirare il portone in bronzo, rifatto in occasione del Giubileo del 2000 dallo scultore Armando Marrocco, che immortala un momento della visita a Lecce di Papa Wojtyla nel settembre 1994. 

Il Duomo sorge sui resti di chiese precedenti, la prima edificata nel 1114 e la seconda nel 1268. A ricostruire il sontuoso edificio fu chiamato Giuseppe Zimbalo, il più importante architetto e scultore dell’epoca. 

CAMPANILE DEL DUOMO

Con i suoi sessantotto metri, che si stagliano nel cielo di Lecce dominando il centro storico, il campanile di piazza Duomo è tra i più alti d’Europa. Realizzato su progetto di Giuseppe Zimbalo tra il 1661 e il 1682, ha una base quadrata e si eleva per cinque piani decrescenti verso l’alto. L’ultimo piano è il più particolare, per l’aggiunta di guglie floreali poste in obelischi angolari. 

Alla “vetta” del campanile, da maggio 2022, si può arrivare con un ascensore in vetro e acciaio che regala una vista inedita dall’alto e a 360 gradi sulla inconfondibile distesa di pietra bianca barocca del “cuore” della città.  Da qui, grazie a telecamere posizionate in direzione est e ovest, si possono osservare l’alba e il tramonto del Salento. 

ANTICO SEMINARIO

Il palazzo del Seminario fu fatto costruire sul lato destro di piazza Duomo dal vescovo Michele Pignatelli grazie a un progetto di Giuseppe Cino, lo scalpellino-architetto al quale si devono alcune tra le meraviglie del barocco leccese. L’inaugurazione avvenne nel 1709 (ma il piano attico fu aggiunto nel 1729). 

La bellissima facciata in bugnato, ispirata alla facciata del convento dei Celestini, è ricca di straordinari decori. Nel chiostro c’è un piccolo e raffinatissimo pozzo, detto anche “vera ovale”, capolavoro di merletti di pietra che fa pensare a un cesto pieno di frutti.

MUSEO DI ARTE SACRA

L’Antico Seminario ospita il MuDAS, il museo di arte sacra. Un contenitore di dipinti, sculture, preziosi arredi e paramenti liturgici che racconta la vita della diocesi leccese dal Quattrocento al Settecento. Un percorso espositivo sulla storia religiosa della città di Lecce. 

BASILICA DI SANTA CROCE

È il gioiello del barocco leccese, è il trionfo della cristianità ed è probabilmente il “volto” della città. La rappresentazione simbolica di ciò che significa la pietra modellata dagli scalpellini, specchio della gioia, dei pensieri e delle ataviche paure dei leccesi, che vivono da sempre una città sintesi di epoche e culture, di genti e di stili. 

Costruita dai Celestini tra il 1549 e il 1646, la basilica vide impegnati Gabriele Riccardi, Francesco Antonio Zimbalo, Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo. Santa Croce “appare” all’improvviso dopo aver attraversato piazza Sant'Oronzo e, naturalmente, lascia senza fiato. Gli occhi si aprono sulla esuberante facciata che mette insieme figure celestiali di angeli e santi e immagini di uomini e figure bestiali, ma si fissano subito sullo splendido rosone. E quando la luce la illumina, di primo mattino o al tramonto, insinuandosi tra le volute, lo sguardo diventa incanto. 

CHIESA DI SAN MATTEO

La chiesa di San Matteo si trova in via dei Perroni e unisce forme del barocco romano al tradizionale intaglio decorativo della pietra locale. Un guizzo insolito fuori dai canoni del barocco leccese. 

All’esterno, la facciata ha volumi concavi e convessi e riconduce alle architetture di Francesco Borromini. Non a caso, fu realizzata nella seconda metà del XVII secolo sui disegni del nipote Achille Larducci di Salò (ma, dopo la morte di quest’ultimo, fu probabilmente Giuseppe Zimbalo a ultimarla). L’interno invece, dalla particolare pianta ellittica, presenta tutti gli elementi del barocco leccese con gli altari riccamente lavorati e attribuiti alla scuola di Giuseppe Cino, separati da pilastri con i dodici apostoli, opera dello scultore Placido Buffelli. 

CHIESA DI SANTA CHIARA

Il raffinato tocco della mano del grande architetto e scultore leccese Giuseppe Cino si nota anche in questa chiesa in piazza Vittorio Emanuele II, annessa al convento delle Clarisse, riedificata tra il 1687 e il 1691 sull’area di una precedente struttura quattrocentesca, sempre appartenente all’ordine di Santa Chiara. 

La facciata, scandita dai volumi lievemente convessi, è impreziosita da decori vegetali e angeli paffuti, oltre che da colonne a paraste e nicchie sormontate da cartigli e medaglioni. L’interno, dalla particolare pianta ottagonale, culmina il suo effetto prospettico nel presbiterio dalla volta a stella. Bellissimo il controsoffitto in cartapesta del XVIII secolo. 

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