Abbazia di Santa Maria di Cerrate
Alle porte della città, provenendo da nord, un luogo di rara suggestione anticipa la straordinaria ricchezza culturale di Lecce: l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, immersa nella campagna salentina, emana echi di spiritualità greco-bizantina.
Qui la storia, riportandoci 1000 anni indietro nel tempo, inevitabilmente si intreccia con la leggenda, che narra la visione del conte di Lecce Tancredi d’Altavilla, che avrebbe fondato il monastero dopo aver visto, in questo luogo, l’immagine della Vergine tra le corna di un cervo.
In realtà, l’Abbazia era stata già eretta prima di Tancredi, tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo, dal principe normanno Boemondo I d’Altavilla, che l’affidò ad una comunità di monaci greci, seguaci della regola di San Basilio, già insediati nel Salento per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste di Bisanzio.
Sorta in prossimità della romana via Traiana-Calabra che collegava Brindisi con Lecce e Otranto, divenne uno dei più importanti centri monastici dell’Italia meridionale. Prezioso scrigno di religiosità, era anche un centro culturale e produttivo, dotato di “scriptorium” per la trascrizione di testi antichi e di frantoi ipogei per la produzione dell’olio.
Nel 1531 il complesso passò sotto il controllo dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli, che lo dotò di un pozzo con ornamenti in pietra leccese, nuovi altari ed altri ambienti preposti alla produzione agricola, tra cui altri frantoi e un mulino. Dopo il saccheggio da parte di pirati turchi nel 1711, il sito sprofondò in un periodo di abbandono, che si protrasse per oltre due secoli, fino al restauro intrapreso nel 1965 dalla Provincia di Lecce.
Nel 2012 il complesso venne affidato in concessione al FAI (Fondo Ambiente Italiano), che, dopo un radicale intervento di restauro, nel 2020 lo ha aperto al pubblico. E’ oggi meta di numerosi visitatori.
La facciata della chiesa è monocuspidale, con doppio tetto spiovente che prefigura l’impianto basilicale a tre navate del tempio. Tra il rosone centrale e due monofore sui lati, una serie di archetti pensili inquadra lo stupendo portale, alla cui cornice centinata con lunetta è sovrapposto un timpano aggettante, intarsiato da sei altorilievi con episodi del Nuovo Testamento. Sul lato sinistro è addossato un leggiadro portico, le cui colonne reggono capitelli figurati.
L’interno, a pianta longitudinale senza transetto né cupola, è ripartito in tre navate da colonne con capitelli finemente decorati, dalle quali si dipartono grandi archi ogivali. Sul fondo si aprono tre absidi, di cui la centrale accoglie un ciborio in pietra. La più alta testimonianza della cultura figurativa bizantina si sprigiona negli affreschi che un tempo decoravano tutto l’interno
Da non perdere
Gli affreschi di età medievale nella luce soffusa della chiesa incantano con i loro colori.
Tra questi:
- gli affreschi nei sottarchi con una serie di santi di tradizione bizantina;
- “L’Ascensione di Cristo” con al centro il Pantocratore, nell’abside centrale.
Nei locali del limitrofo Muso vi sono otto pannelli con gli affreschi “strappati” dalle pareti della chiesa, per far emergere quelli più antichi posti su fondo.
Oltre alla chiesa si possono visitare gli altri componenti della masseria. Il Museo delle Tradizioni popolari ricostruisce, con arredi e oggetti, i luoghi in cui si svolgeva la vita contadina.
Cerrate è un luogo attrattivo e dinamico che ospita attività didattiche, concerti, laboratori, spazi multimediali e gite all’aperto. E’ stata ripristinata la fiera tradizionale “Lu panieri” del 24-25 aprile che attira centinaia di visitatori, con esposizioni di prodotti artigianali salentini.
Curiosità & aneddoti
Sui capitelli delle colonne del portale vi sono due strani animali, con il muso di maiale e le zampe di leone. Sulla navata a destra della chiesa vi è “l’affresco-puzzle” il cui dipinto originario, dopo il crollo del muro, fu rimontato nel secolo XV con frammenti posti in ordine casuale.
I basiliani uscirono dai loro nascondigli nelle grotte dopo la fine della persecuzione religiosa dell’impero bizantino. Ristabilito il culto delle immagini, fondarono monasteri e luoghi di culto, trasmettendo alle comunità locali le loro conoscenze e diffondendo l’uso della lingua greca.
Gli affreschi dei monaci basiliani hanno incantato la popstar Madonna durante una sua vacanza in Puglia.
La visita all’Abbazia è l’occasione per vivere un’esperienza di benessere dove, tra i profumi e i colori della campagna salentina, si sente il soffio di un’antica e profonda spiritualità.
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