Ex chiesa di San Francesco della Scarpa
In piazzetta Giosuè Carducci, dietro l’austero colonnato dell’ex Convitto Palmieri, vi è l’ingresso alla chiesa di San Francesco della Scarpa che, per essere integrata nel complesso monumentale di cui fa parte, è stata privata della facciata e di una parte della navata.
Sulle origini della chiesa la storia si confonde con la leggenda, che narra come S.Francesco d’Assisi (1181-1226) di ritorno dalla Siria intorno al 1219, si fermò a Lecce dove pregò nella cappella di S.Giuliano e nell’orticello adiacente piantò un albero di arancio, che guariva gli infermi che ne mangiavano il frutto.
Sebbene la sua presenza in città sia stata riportata in un’epigrafe cinquecentesca, pare che S.Francesco non fu mai a Lecce. La chiesa fu comunque edificata in suo onore al posto dell’antica cappella, nel luogo dove i Guarini, duchi di Poggiardo, avevano donato una “casetta” ai Frati Francescani, mandati in città dal Santo fondatore per diffondere i principi di povertà e carità.
La chiesa, realizzata insieme al Convento nel 1273, aveva una pianta longitudinale a croce latina, la cui facciata esibiva gli elementi caratteristici dello stile romanico: un bel rosone e due colonne, su due leoni stilofori, che sostenevano un protiro con una breve scalinata.
Dopo aver subìto nel corso del Trecento e del Cinquecento parziali rifacimenti, tra il 1699 e il 1714 la chiesa medioevale fu in parte demolita e ricostruita, con una navata scandita da quattro cappelle per lato, un ampio transetto e un profondo presbiterio. Il tetto a capriate fu coperto nel 1736 da un controsoffitto dipinto dal tarantino Tommaso De Leo.
A seguito della soppressione degli ordini religiosi, i Francescani dovettero andar via e nel 1813 il Convento fu adibito ad usi civili, per poi diventare l’istituto di istruzione “Real Collegio di S.Giuseppe” la cui direzione fu affidata prima a laici e dal 1832 ai Padri Gesuiti.
L’Ottocento fu il secolo in cui il complesso monumentale fu sottoposto alle più radicali modifiche ed adattamenti. Nel 1874, per realizzare il colonnato a settentrione uguale e simmetrico rispetto a quello costruito sul lato opposto, la chiesa subì uno sconvolgimento: la facciata fu demolita e la navata, che occupava parte della piazzetta, fu “accorciata”, eliminando tre cappelle per ciascun lato.
L’attuale chiesa, a seguito del taglio della parte anteriore, ha assunto una forma a croce greca, conservando nella navata solo due cappelle: quella di S.Luigi a sinistra e quella dell'Annunziata a destra. I due altari barocchi posti nel transetto sono dedicati all’Immacolata e a S.Francesco d’Assisi.
Nella metà del ‘900 la chiesa subì il crollo della copertura e del controsoffitto. Dopo un periodo di abbandono che comportò la chiusura al culto, negli anni Novanta del XX secolo, è stata sottoposta ad un importante intervento di restauro con la realizzazione di una nuova copertura lignea.
Di proprietà della Provincia di Lecce, attualmente ospita mostre artistiche e artigianali di forte richiamo turistico e culturale.
Da non perdere
In un vano contiguo alla cappella di San Luigi si trovano i resti del monumento sepolcrale in pietra leccese del celebre predicatore leccese del secolo XV Frate Roberto Caracciolo, vescovo di Aquino e di Lecce. Oltre al mausoleo vi è la sua statua in pietra e un’antica iscrizione.
Nel presbiterio sull’altare maggiore vi è la colossale statua in cartapesta raffigurante “San Giuseppe con il Bambino”, modellata nel 1833 da Oronzo Greco.
Nell’oratorio, dove ritornano le memorie di S.Francesco, si possono ammirare alcuni affreschi seicenteschi, che rappresentano episodi della sua vita e una tela che lo raffigura.
Sul timpano curvilineo del portale laterale della chiesa posto su via Benedetto Cairoli vi è lo stemma inquartato dell’Ordine francescano.
Curiosità & aneddoti
Nel corso del XVI secolo la chiesa fu abbellita per volere di aristocratici leccesi, che si riservarono al suo interno una sacra sepoltura (nel ‘600 si contavano circa 360 sepolture) e fu ornata di altari, tra quali quello dell’Immacolata posto nel transetto, scolpito nel 1599 da Francesco Antonio Zimbalo.
Dei sei altari rimossi durante lo “sventramento” del 1874 subito dalla chiesa, quattro furono ”venduti” e riposizionati nella chiesa Madre di Casarano.
Nel secolo XVI i Frati francescani si divisero in Conventuali e Osservanti: a differenza dei secondi che camminavano scalzi, i primi portavano le scarpe. I Conventuali con la scarpa hanno quindi dato il nome alla chiesa.
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