Chiesa di Santa Maria della Pace
Su via Giuseppe Palmieri, strada principale della città storica che collega Porta Napoli a piazza Duomo, la piccola chiesa di S.Maria della Pace associa la sua aggraziata sagoma al massiccio prospetto dell’ex convento dei Fatebenefratelli.
Agli inizi del 1600 i Padri di S.Giovanni di Dio avevano realizzato in questo luogo, sui resti di un’antica cappella, il loro complesso monastico costituito da una chiesa e da un convento, adibendolo in parte ad ospedale.
Quella che ora vediamo è la ricostruzione della chiesa seicentesca su disegno dell’architetto Mauro Manieri che, tra il 1738 e il 1742, mise in campo la sua fantasia e il suo versatile ingegno per creare una vezzosa e sfaccettata facciata, con profondi giochi chiaroscurali, dati dalle sporgenze e dalle rientranze concave delle superfici architettoniche.
La facciata, arretrata dietro un piccolo sagrato-giardinetto, è a due ordini divisi da una robusta trabeazione marcapiano e terminante con un cornicione di coronamento mistilineo ad archi inflessi. Il primo ordine, scandito da doppie paraste con capitelli corinzi, presenta un alto portale d'ingresso, con architrave decorato a rilievo dalla figura di un angelo. Il secondo ordine, raccordato al primo da delicate volute, accoglie una finestra centrale.
L'interno, ad unica navata a pianta rettangolare, è scandito sui muri perimetrali da lisce paraste corinzie, tra le quali si aprono sui lati due brevi cappelle. La copertura è a volta lunettata con rivestimenti in stucco.
Il Convento dei Fatebenefratelli o di S.Maria della Pace fu fondato dall’Ordine ospedaliero di S.Giovanni di Dio che, arrivato a Lecce nel 1588, si dedicò alla cura degli ammalati presso l’Ospedale della Trinità dei Pellegrini e poi in quello dello Spirito Santo. Insediati nel convento su via Palmieri dagli inizi del 1600, a partire dal 1738 i Padri ricostruirono l'intero complesso monastico.
Allontanati i pochi religiosi rimasti, nel 1796 il Convento fu trasformato nell’Orfanotrofio di S.Francesco, finchè nel 1887 non divenne Istituto di istruzione femminile “Margherita di Savoia”. Le ospiti frequentavano la scuola elementare e le "più svelte nell’apprendimento” proseguivano gli studi per conseguire il diploma di maestra.
Di proprietà del Comune di Lecce, attualmente è in attesa di lavori di restauro e di una nuova destinazione.
Da non perdere
L'altare maggiore in pietra leccese (1742) ha una tela raffigurante la “Visione di San Giovanni di Dio”, realizzata da Bonaventura Manieri, figlia di Mauro progettista della chiesa.
Originariamente al suo interno vi erano numerose statue in cartapesta. Ora è rimasta la statua raffigurante la “Madonna Orante”.
Curiosità & aneddoti
I Padri di S.Giovanni di Dio erano religiosi poveri che avevano, quale prima missione, quella di assistere ammalati “feriti e febbricitanti”, tanto che furono denominati “Buonfratelli”, ma anche “Fatebenefratelli”, in riferimento alla espressione che il padre fondatore Giovanni d’Iddio utilizzava nel cercare l’elemosina.
L’architetto Mauro Manieri, ben introdotto nell’alta società leccese attraverso l’Accademia culturale degli Spioni, si era molto impegnato nel campo dell’architettura religiosa, avendo realizzato prima di questa chiesa il piano attico del Seminario, la Torre campanaria della chiesa del Carmine e la chiesa delle Alcantarine.
Sullo stesso asse viario, sulla limitrofa piazzetta Ignazio Falconieri, si erge il delizioso Palazzo Marrese, altra mirabile opera architettonica settecentesca da lui disegnata, caratterizzato da un’eccentrica e frizzante ornamentazione plastica.
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