Chiesa di Sant'Anna
Lungo via Libertini, asse privilegiato della città storica, le facciate della chiesa e del Conservatorio di S.Anna sintetizzano l’evoluzione tra ‘600 e ‘700 del barocco leccese, mettendo a confronto il gusto architettonico degli architetti Giuseppe Zimbalo ed Emanuele Manieri.
Arretrati tra di loro e rispetto al filo stradale, i due edifici coniugano architettura ed urbanistica in un felice connubio, movimentando lo spazio urbano di P.tta Duca d’Atene entro una cornice dinamica e accogliente.
Nel 1684 Teresa Paladini, assecondando la volontà testamentaria del marito Bernardino Verardi, realizzò la chiesa e trasformò il suo palazzo gentilizio in un rifugio per dame del patriziato, vergini, vedove o “malmaritate”, che sceglievano la vita claustrale.
La facciata della chiesa ha un impianto geometrico estremamente semplice: un rettangolo sormontato da un timpano triangolare, la cui articolazione architettonica ripete, in tono minore, quella della facciata principale della Cattedrale (1659-1670).
Come nella Cattedrale, anche qui Giuseppe Zimbalo articola la pagina muraria in due ordini, scanditi verticalmente da paraste che inquadrano al centro il portale e ai lati due nicchie con le statue di “S.Pietro” e “S.Paolo”. Sul secondo ordine ripete la stessa ripartizione, ponendo al centro la finestra e ai lati le nicchie con le statue di “S.Andrea” e “S.Giovanni Evangelista”. Anche qui il timpano è forato al centro da un oculo ovale.
L’interno, ad unica navata e a due ordini, è scandito da paraste con capitelli ionici che sostengono una trabeazione sporgente. La copertura con capriate ha un controsoffitto ligneo con dodici riquadri a sagoma mistilinea, che un tempo contenevano le tele degli Apostoli. Rimangono invece gli scudi araldici delle famiglie Verardi e Paladini posti sui quattro angoli. In alto si aprono le grate del matroneo, dietro le quali le claustrali seguivano le funzioni religiose.
Un recente intervento di restauro ha riportato la chiesa al suo originario splendore e ora si sta procedendo anche al restauro delle numerose opere artistiche presenti all’interno.
La chiesa, di proprietà del Comune di Lecce, è attualmente gestita, in accordo con l’Arcidiocesi, dall’Associazione culturale “Antonio Pignatelli” che promuove eventi culturali, quali concerti, lettura di libri, conversazioni. Le funzioni religiose si svolgono secondo il rito romano tridentino.
Da non perdere
I cinque altari presentano il gusto ornamentale di Giuseppe Zimbalo, adornati con colonne tortili. Presenti le tele seicentesche dei santi titolari, mentre la tela originale sull’altare maggiore, andata perduta, è stata sostituita dal dipinto ottocentesco di “S.Anna con Maria Bambina e S.Gioacchino”.
Prezioso il ciclo di tele poste sul secondo ordine, che man mano vengono sottoposte a restauro. Nel 2022 sono tornate a splendere nelle loro nicchie le tele dell’“L’Addolorata” e di “S.Giuseppe”.
Curiosità & aneddoti
Tra piazza Duomo e Porta Rudiae, lungo via Libertini, il grande architetto del barocco leccese Giuseppe Zimbalo esibisce in sequenza le sue mirabili architetture: → la Cattedrale → il Campanile → la chiesa di S.Teresa → la chiesa di S.Anna → la chiesa di S.Giovanni Evangelista (il Rosario), che fu il suo estremo lavoro e ultimo cantiere.
I capitelli delle paraste che scandiscono la navata hanno lo stesso disegno (un angelo al centro di due volute fortemente avvitate) di quello della colonna di S.Oronzo, realizzato anch’esso da Giuseppe Zimbalo, rimodellando il capitello della colonna romana proveniente da Brindisi.
Sul lato sinistro dell'altare maggiore vi è il cenotafio con elogio epigrafico di Bernardino Verardi, mentre sul lato destro giacciono le spoglie di Teresa Paladini, anch’esse con targa e ritratto su tela.
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