Ex Convento dei Gesuiti
Sul fronte occidentale di via Francesco Rubichi e di piazza S.Oronzo, accanto alla chiesa del Gesù, si può ammirare il prospetto del Collegio dei Gesuiti, che ancora oggi con la sua imponenza e severità ci fa comprendere quanto grande era il loro prestigio.
Dopo la battaglia di Lepanto del 1571, in cui l’alleanza cristiana aveva sconfitto definitivamente l’impero ottomano, in città subentrò un periodo di grande fervore edilizio. All’immagine di Lecce “città-fortezza”, rinchiusa nella sua possente cinta muraria, si andò man mano sovrapponendo quella di Lecce “città nella fede”, contraddistinta da un numero esorbitante di chiese e conventi.
Tra i vari ordini religiosi, i Gesuiti ebbero un ruolo di primo piano. Per affermare la loro onnipotenza intrapresero quella che è stata definita “la conquista dell’isola”: occuparono cioè un intero isolato al centro della città, sostituendo le minute costruzioni esistenti con un’insula sovradimensionata, costituita dalle imponenti fabbriche della chiesa e del convento.
La costruzione del Collegio ebbe inizio nel 1579, su disegno dei padri gesuiti Giovanni De Rosis e Giuseppe Valeriano, che ben interpretarono il disegno dell’ordine religioso: fare di Lecce un presidio della cristianità, da ottenere con la divulgazione e l’insegnamento.
Il Collegio, definitivamente inaugurato nel 1598, divenne la scuola più importante del Regno, dopo quella di Napoli. Era un istituto scolastico frequentato dai figli della classe agiata di Terra D’Otranto per studiare latino, greco, filosofia, teologia, matematica.
L’interno, articolato attorno ad un grande chiostro, ospitava a piano terra le aule scolastiche, al piano superiore gli ambienti della comunità religiosa, la biblioteca e il teatro.
Dopo la soppressione dell’Ordine dei Gesuiti del 1767, il Collegio continuò a funzionare come Università degli Studi per l’insegnamento delle materie umanistiche, fino a quando non subentrarono i Benedettini di Montescaglioso (detti anche Cassinesi) che introdussero le cattedre di medicina e giurisprudenza.
Soppressi nel 1807 gli Ordini religiosi, per volere del re Giuseppe Bonaparte (fratello di Napoleone), il Collegio è stato sede fino al 1997 degli Uffici Giudiziari, come ancora riportano le scritte incise sui due portali della facciata.
Nella metà del secolo XIX il Collegio fu ampliato dal padre gesuita Giambattista Jazzeolla, che modificò anche la facciata, inserendo a piano terra un paramento murario a “bugne” lisce. La facciata dal severo gusto neoclassico che oggi vediamo è il risultato di quelle trasformazioni, che hanno cancellato per sempre i risalti chiaroscurali della fabbrica cinquecentesca di Giuseppe Valeriano.
Attualmente l’ex Collegio ospita uffici statali e la sede del T.A.R. Puglia di Lecce. Il piano terra è in parte occupato dallo storico “Circolo cittadino” con annesso il chiostro del Collegio, trasformato in un giardino signorile. Chiuso da oltre 15 anni, è in attesa di un intervento di ristrutturazione, per una nuova destinazione a fini culturali.
Da non perdere
Con ingresso dalla sagrestia della chiesa, a sinistra dell’altare maggiore, si può visitare la stanza con affreschi seicenteschi dove Bernardino Realino pregava e confessava i fedeli. Si possono ammirare un altare, la sua statua in cartapesta, varie suppellettili e oggetti a lui appartenuti (il saio, il bastone…)
Bernardino da vecchio dormiva in una piccola cella adiacente a piano terra, non potendo più salire al piano superiore della Casa professa.
Il termine “Casa professa” deriva il suo nome proprio dai Padri Gesuiti che furono anche chiamati “Padri professi” perché professavano il quarto voto, cioè quello dell’obbedienza al Papa, oltre a quelli canonici della castità, povertà e obbedienza.
Curiosità & aneddoti
Bernardino Realino era una figura mitica, autorità affascinante e indiscussa. Accolto nel 1564 nella nuova Compagnia del Gesù, giunto a Lecce fondò la chiesa e il collegio, a cui si dedicò per tutta la vita. A 86 anni acconsentì alla nomina di patrono e protettore di Lecce, ricevendo sul punto di morte le chiavi simboliche della città. Fu dichiarato Santo nel 1947 da papa Pio XII.Sono passati i tempi d’oro del Circolo cittadino. Associazione culturale fondata nel 1787, era il luogo-simbolo della classe dirigente cittadina. Oltre a cerimonie esclusive e feste d’élite, accoglieva sale, con tavoli verdi e luce soffusa, destinate al gioco delle carte.
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