Ex Conservatorio di Sant'Anna

Su via Giuseppe Libertini, asse privilegiato della città storica che collega piazza Duomo a Porta Rudiae, incassata sul fondo di una corte, si eleva sopra una scalinata la facciata tardo-barocca dell’ex Conservatorio di S.Anna. 

Originariamente era un palazzo gentilizio cinquecentesco, che esibiva i suoi affacci secondari sulle vie ad andamento tortuoso dell’antico “Rione Giravolte”, caratterizzato da un tessuto medievale quasi labirintico. Palazzo Verardi sarebbe rimasto tale se non fosse intervenuta la volontà testamentaria del suo proprietario Bernardino, che lo volle trasformare in un luogo pio: un Conservatorio per nobili dame vergini, vedove o “malmaritate”, che avrebbero potuto vivere in compagnia, accettando le regole della vita claustrale. 

Nel 1684 la moglie Teresa Paladini, disponendo delle ricchezze del marito, fondò il Conservatorio e l’adiacente chiesa, che volle dedicare a S.Anna, governando la nuova comunità come “madre superiora” e ivi trascorrendo la sua vita fino al 1714. 

Nel 1764, vescovo Alfonso Sozy Carafa, il palazzo fu ingrandito, abbellito e ingentilito, secondo i canoni del gusto tardo barocco, dall’architetto Emanuele Manieri, leader incontrastato dell’edilizia settecentesca leccese, che realizzò un ampliamento di inconfondibile fisionomia.

Trovandosi il palazzo in una posizione molto arretrata rispetto a via Libertini, realizzò un avancorpo comprendente un ambiente al piano primo con funzioni di “parlatorio”, una profonda scalinata e un’armoniosa facciata su strada. 

La facciata concentra, nella sua minima ampiezza, i canoni spaziali ed ornamentali del linguaggio tardo barocco. Scandita in tre riquadri e in due livelli raccordati da volute, sulla partitura centrale si apre il portale sormontato da un timpano curvilineo e un’apertura con grata sul fastigio. In una visione scenografica d’insieme, il Manieri intervenne anche sul prospetto del limitrofo palazzo De Simone, alleggerendolo con gli archi della loggia.  

L’interno, articolato in due piani, si espande sul retro dell’isolato, accorpando numerosi ambienti che gravitano attorno ad un giardino. Il Conservatorio funzionò per oltre due secoli. Divenuto di proprietà del Comune di Lecce fu poi adibito a scuola.

Tra il 1999 e il 2001 è stato sottoposto ad un importante intervento di restauro e riqualificazione ambientale, estesa al rione “Giravolte” in cui ricade. Ora è sede di eventi culturali e mostre temporanee. Si celebrano matrimoni civili, nella splendida cornice ambientale del giardino.  

Da non perdere

In una nicchia al termine della scalinata sul lato sinistro, fa ancora mostra di sé una rudimentale “ruota” in legno, nella quale potevano essere riposti oggetti senza essere visti. Si narra che le claustrali talvolta abbiano ritrovato neonati abbandonati in fasce.  

Nel vano di ingresso al piano primo, ancora delimitato dalle grate in ferro, da cui le donne comunicavano con l’esterno, il restauro ha evidenziato la facciata esterna dell’originario palazzo Verardi, contraddistinta da motivi ornamentali incisi sulla pietra leccese “a foglie trilobate” di tipico gusto rinascimentale.                  

Curiosità & aneddoti

Il titolo di “malmaritata” nell’ambiente aristocratico del 1600 non era difficile da ottenere. Molti matrimoni avvenivano per disposizioni della famiglia blasonata e spesso le donne si trovavano ad affrontare una penosa convivenza. Il Conservatorio costituiva una soluzione socialmente accettata per allontanarsi dal tetto coniugale. 

Non era destinato a tutte le donne, ma si trattava di un  privilegio per le aristocratiche. Come già nel 1631 Belisario Paladini aveva prescelto le famiglie che potevano accedere al monastero delle Scalze, fondato nel suo palazzo nobiliare, anche Bernardino Verardi nel 1678 indicò i nomi delle nobili famiglie a cui dovevano appartenere le dame per entrare nel Conservatorio.

Prima del restauro l’ex Conservatorio era in stato di totale abbandono e solo la presenza di un essere vivente vegetale infondeva speranza di rinascita: il superbo esemplare di Ficus magnolioides”   posto nel giardino. 

Il Capodanno del 1998 fu per il Comune di Lecce un giorno di festa particolare: il progetto di restauro dell’ex Conservatorio di S.Anna aveva vinto il 1° premio del ”Premio Centocittà“, concorso  indetto dalla Compagnia San Paolo di Torino ed assegnato, da una giuria presieduta dall’arch. Renzo Piano,  proprio alla città di Lecce.

  • Immagini e video

  • Come raggiungerci

  • Informazioni aggiuntive