Campanile

Con la sua cupola ricoperta da lucenti maioliche, il Campanile è l’icona religiosa della città che, dall’alto dei suoi settanta metri, guarda il mare Adriatico e nelle giornate più terse la costa dell’Albania. 

Sostituisce il preesistente campanile di età normanna e il successivo di età sveva, che originariamente sorgeva accanto alla Cattedrale medioevale. Quel vecchio campanile, dedicato a S.Irene, protettrice della città fino al 1656, è ora rappresentato, con i suoi cinque piani e una sovrastante corona, su un capitello della cripta della Cattedrale.  

Rappresenta l’orgoglio del vescovo Luigi Pappacoda, che sostenne con audacia la ricostruzione ex novo della Cattedrale e del Campanile e ne affidò l’incarico al suo architetto di fiducia Giuseppe Zimbalo, il più grande architetto della Lecce barocca. 

Ci vollero 20 anni per la sua costruzione, iniziata nel 1661 e conclusa nel 1682, come riportato nella targa in alto al centro della facciata che guarda su Piazza Duomo. 

Di pianta rettangolare è scandito in altezza da quattro piani rastremati che danno spazio su ogni piano a balconi delimitati da una balaustra continua: il primo piano rappresenta la Madre di Dio assunta in cielo, il secondo i nuovi patroni della città (Oronzo, Giusto e Fortunato), il terzo invoca S.Irene, la santa che protegge dai fulmini. 

Sulla sommità si erge un’edicola ottagonale coronata da una cupola con maioliche a tre colori, su cui domina la silhouette in rame di S.Oronzo che, nelle fattezze di banderuola segnavento, piroetta nelle varie direzioni benedicendo i leccesi.

Il Campanile è noto e caro ai leccesi per le sue campane fuse in bronzo, i cui rintocchi scandiscono la quotidianità come anche gli eventi solenni.  Suonando così rumorose sovrastano per alcuni minuti le chiacchiere e il vociare cittadino.

Vi sono campane di diverse grandezze: la più grande di circa 600 kg dedicata a S.Oronzo ha un simpatico nomignolo per il suo rintocco gravoso ed inconfondibile. I leccesi, che lo conoscono bene,  lo chiamano “Sta sona lu Ronzu” (sta suonando Oronzo).

Da non perdere

La facciata che guarda la piazza contiene ad ogni piano una targa con incise epigrafi latine, dettate nel 1600 secolo dal dotto letterato leccese Giovanni Camillo Palma.  Sulla targa al piano terra al 1°rigo è incisa questa frase eloquente:                            

 “Civis hospes, quae lapis loquor accipe ni lapis es”  e cioè → “Cittadino, se non sei pietra, accetta ciò che io pietra ti dico”……

Da poco il Campanile serba una novità che attrae molto i turisti: la possibilità di godere di una vista panoramica sulla città tramite un nuovo punto di vista sulla bellezza: un ascensore panoramico posto all’interno della fabbrica conduce a 43 metri in 43 minuti: si chiama  UP 

Curiosità & aneddoti

In città sono presenti numerosi altri campanili, annessi alle case degli Ordini religiosi, ma tutti più bassi rispetto al Campanile per eccellenza di piazza Duomo: quelli del monastero delle Benedettine, dei Teatini, delle Clarisse, dei Carmelitani, etc , che  movimentano lo skyline della Lecce storica.

Giuseppe Zimbalo incontrò non poche difficoltà nel cantiere. I lavori furono sospesi dal Governatore della città per ben due volte: la prima perché, vista l’altezza, sospettò che il campanile avesse una funzione militare, la seconda perché ostruiva un accesso secondario alla piazza. L’imperiosa volontà del vescovo Luigi Pappacoda fece togliere il veto dal viceré, consentendone il completamento.

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