Il giardino dell’Ex Conservatorio di Sant’Anna
Dietro la sua facciata tardo barocca su via Libertini, l’ex Conservatorio di S.Anna cela tesori e sorprese inimmaginabili, tra le quali uno scenografico giardino, al cui interno si eleva un maestoso albero centenario, che infonde suggestione nel cuore della città storica.
Si tratta di una presenza folgorante, uno degli alberi più belli della città. Con la sua chioma sempreverde che si espande ad ombrello, un tronco aggrovigliato e rigogliose radici aeree, incanta chiunque intraprende la passeggiata tra i vicoli del labirintico “rione Giravolte”.
Il giardino infatti, oltre che dall’interno del Conservatorio, che gode di bellissimi affacci su questa ombrosa area verde, è raggiungibile dall’esterno percorrendo via S.Maria del Paradiso su cui prospetta, delimitato da una recinzione con un cancello d’ingresso.
Prima dei lavori di restauro degli anni 2000, il giardino era celato su questa via da un’alta recinzione cieca in muratura, che ne impediva totalmente la vista. Ora invece, a seguito della sua sostituzione con una ringhiera in ferro, il palazzo, il suo giardino e il suo albero gigante sono stati svelati, offrendo la loro bellezza a cittadini e visitatori.
Come tanti giardini della città storica che, dietro i portoni dei palazzi gentilizi, custodisce innumerevoli oasi verdi, il giardino costituiva la pertinenza del palazzo Verardi, abitazione di Bernardino Verardi e della moglie Teresa Paladini.
Palazzo Verardi, per la volontà testamentaria del suo proprietario Bernardino e la volontà d’azione della moglie Teresa Paladini, fu trasformato in Conservatorio nel 1684, per accogliere nobili donne sole (vergini, vedove o malmaritate), che avrebbero potuto trascorrere le loro giornate in compagnia, accettando le regole della convivenza monastica. La comunità visse nel Conservatorio per oltre due secoli, trascorrendo, in spazi silenziosi ed ameni, una vita quasi claustrale.
L’attuale configurazione del giardino risale al 1764, quando l’ex Conservatorio fu ingrandito ed abbellito dall’architetto Emanuele Manieri, che realizzò un ampliamento del palazzo, sia sul fronte principale arricchendolo con il nuovo prospetto, sia su quello posteriore accorpando nuovi ambienti e spazi dagli edifici limitrofi.
Da non perdere
L’albero è un esemplare monumentale di” Ficus macrophylla” subspecie “Columnaris” (conosciuto anche come “Ficus magnolioides”, per le foglie simili alla Magnolia grandiflora) probabilmente piantato alla fine dell’Ottocento. E’ un insieme di fico e di magnolia, specie arborea originaria delle aree più calde del continente australiano.
I primi esemplari di questa specie furono introdotti in Italia nella prima metà dell’Ottocento nell’Orto Botanico di Palermo, dove assunsero un portamento naturale più espanso, caratterizzato dagli pseudo tronchi di sostegno, che si formano dalle radici aeree (avventizie) che, toccata terra, si tramutano in tronchi supplementari.
L’albero per vegetare ha bisogno di un ambiente umido protetto dai venti e pertanto l’area racchiusa tra le cortine murarie e il fitto tessuto della città storica costituisce un microclima ideale.
Curiosità & aneddoti
Quando nel 1997 il Comune di Lecce presentò a Torino, alla giuria del concorso “Premio Centocittà” presieduta dall’arch. Renzo Piano, il progetto di recupero dell’Ex Conservatorio di S.Anna, colpì la presenza, nell’immobile abbandonato, di un essere vivente vegetale, che con la sua esuberanza infondeva speranza di rinascita: il superbo esemplare di “Ficus magnolioides” posto nel giardino.
Di fatto il progetto vinse il Concorso anche per l’albero, che fu trattato al pari del Conservatorio, ricevendo le stesse attenzioni che si riservano al restauro di un edificio monumentale. Il risultato è un esempio di felice convivenza tra monumento di pietra e monumento vegetale.
Un altro esemplare a Lecce di “Ficus magnolioides” si trova nel giardino privato, delimitato da alte mura, di palazzo Marulli-Famularo in via Guglielmo Paladini, che appare come un fiabesco groviglio di vegetazione.
L’albero, con la sua chioma di foglie lucide nella faccia superiore ed argentee in quella inferiore, costituisce il perno simbolico, intorno al quale gravita l’intero “rione Giravolte”, portatore d’ombra, di ossigeno, di speranza. E’ inoltre considerato di buon auspicio per i tanti sposi che vengono immortalati sotto le sue fronde.
Immagini e video
Come raggiungerci
Informazioni aggiuntive