Museo Ebraico o Jewish Museum

A destra della basilica di S.Croce, orgoglio del barocco e della cristianità, si erge il palazzo gentilizio Personè-Taurino, che accoglie al suo interno il Museo Ebraico, scrigno di testimonianze e di sapere, nel cuore dell’antico quartiere ebraico della Giudecca (yudaica).  

Nel Museo, allestito proprio tra i ruderi della sinagoga quattrocentesca, è raccontata la storia del popolo ebreo, che occupava un posto di primo piano tra le svariate minoranze etniche della Lecce medioevale. 

Furono circa 5.000 gli ebrei deportati in Puglia dall’imperatore Tito, in seguito alla distruzione del Tempio di Salomone nel 70 d.C. ma notizie di un loro consistente insediamento a Lecce le abbiamo solo a partire dal XIV secolo quando, sotto il governo di Raimondello Orsini del Balzo e di Maria d’Enghien (contessa di Lecce dal 1384), vissero un periodo di pace e prosperità

L’atteggiamento di benevola protezione nei loro riguardi cessò quando nel 1445, tra le disposizioni emanate nel “Libro Rosso” della contessa, comparve l’obbligo di apporre un segno distintivo per ciascun ebreo: una rotella di panno da cucire sui vestiti.  

La situazione divenne drammatica dopo la morte nel 1463 di Giovanni Antonio Orsini del Balzo (ultimo conte di Lecce), culminando nel 1465 con il saccheggio del quartiere della Giudecca. Al grido del popolo “Muoiano i Giudei o si facciano cristiani”, molti ebrei si convertirono, altri si rifugiarono nel Castello o nelle case di pietose famiglie leccesi. La sinagoga, trasformata in chiesa cristiana, fu intitolata a S.Maria dell’Annunziata. L’intolleranza sfociò nel 1541 con l’espulsione definitiva degli ebrei dal Regno di Napoli, voluta da Carlo V per “de-ebraizzare la società cristiana”. 

Il Museo Ebraico, fondato nel 2016, costituisce un vero e proprio sito archeologico, per le preziose testimonianze storiche che contiene. 

Gli spazi espositivi, ricavati nel piano interrato del palazzo, comprendono otto ambienti scavati nella roccia, dove il visitatore osserva reperti e rivive frammenti di storia, memorie e suggestioni. Pannelli didattici raccontano la vita degli ebrei: i mestieri, le abitudini alimentari, le musiche preferite.

Il Museo, oltre ad essere uno spazio espositivo, si propone come centro culturale, che accoglie mostre, seminari, laboratori, esibizioni teatrali, su temi riguardanti l’identità ebraica e il dialogo tra culture diverse nella storia e nel presente. 

Da non perdere

Lungo il percorso espositivo sono visibili:

alcune vasche per le abluzioni rituali (Miqweh), le cui acque provenivano dalle falde del fiume Idume che, generato da sorgenti carsiche, scorre sotto la città per poi sfociare nel mare Adriatico; 

→ i resti (tra cui una colonna scolpita con la figura di S.Francesco da Paola) della chiesa cinquecentesca, il cui perimetro ricalca quello della preesistente sinagoga; 

→ la Mezuzah, consistente in una piccola pergamena, con riportati versi biblici, arrotolata in un astuccio, che veniva riposto in una fessura inclinata sullo stipite della porta. L’oggetto rituale aveva un potere protettivo sulla casa e veniva toccato prima di entrare in segno di devozione.

Nella “Sala della Memoria” del Museo è davvero suggestiva la ricostruzione immersiva in 3D che riporta lo spettatore nello scomparso quartiere della Giudecca di Lecce: una passeggiata virtuale nelle strade del 1400. 

Il Museo propone itinerari alla scoperta delle tracce della presenza ebraica in Puglia e nel Salento, che nel Medioevo furono ponte tra occidente ed oriente, grazie anche ai commerci che avvenivano   attraverso i porti di Otranto, Gallipoli, S.Cataldo, Taranto e Brindisi.

Curiosità & aneddoti

L’unica testimonianza dell’antica sinagoga è quella posta nel vano interrato del vicino palazzo Adorno, dove è stato scoperto il frammento di un’epigrafe in caratteri ebraici del 1400, tratta da un brano del libro della Genesi, che recita: “Questa non è altro che la casa di Dio”. Il blocco di pietra con incisa l’iscrizione, proveniente dalla vicina sinagoga, fu posto con la scritta capovolta verso il basso a copertura di uno scarico fognante. 

Questo oltraggioso riutilizzo di un’epigrafe sacra “dalle soglie del cielo ad una latrina”, testimonia dell’intolleranza e del clima di odio contro gli ebrei nel corso dei secoli.

Dal 1933 al 1945 furono massacrati dai nazisti 6.000.000 ebrei, “per creare un mondo più puro e pulito”. Questo sterminio di massa (“Olocausto” o “Shoah”) rappresenta l’orrore più grande che la storia abbia mai conosciuto.

Il Museo ebraico è un luogo di ricerca e cultura teso, non solo ad acquisire nuove conoscenze sul mondo ebraico, ma anche a trasmettere i valori di una società multiculturale e multietnica.

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