Museo Papirologico

Museo Papirologico

Nel palazzo palladiano del complesso universitario “Studium 2000”, in prossimità del cimitero e del parco di Belloluogo, vi è il Museo Papirologico dell’Università del Salento, che consente un sorprendente viaggio nella storia della scrittura nel mondo antico.

Unico in Italia e in Europa (eccetto il “Papyrusmuseum” della Biblioteca Nazionale di Vienna) fu fondato nel 2007, dopo un lavoro di allestimento durato otto anni, dal prof. Mario Capasso.

Il Museo espone il patrimonio del “Centro Universitario di Studi Papirologici”, con l’obiettivo di promuovere la ricerca nel campo della Papirologia, dell'Egittologia e degli studi classici in generale, anche in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici. 

Ricco di materiali acquistati sul mercato antiquario a partire dal 1995, la collezione dei papiri leccesi (siglati PUL - Papyri Universitas Lupiensis) è costituita da 400 papiri originali, con testi in greco di epoca ellenistica e romana, ma anche con scritture dell’antico Egitto (geroglifico, demotico e copto).  

L’interno si articola in più sale espositive. Il vestibolo contiene riproduzioni di esemplari legati alla nascita della Papirologia. Tra questi: 

→ la “Charta Borgiana”, primo papiro greco pervenuto in Occidente dall’Egitto (1778), ora nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli; 

→ la “Stele di Rosetta”, che contiene un decreto del 196 a.C. che consentì la decifrazione dei geroglifici, il cui originale è al British Museum di Londra;

→ lo “Scriba seduto”, statua calcarea della V Dinastia egizia (2494-2345 a.C.), ora custodita nel Museo egizio del Cairo. 

Nella sala principale, oltre ai papiri, sono esposte a scopo didattico riproduzioni dei diversi supporti su cui avveniva la scrittura antica: rotoli di papiro, ricavati dal fusto della pianta acquatica; fogli di pergamena, ricavati da pelli di animale (agnello, capra, vitello); carta e tavolette lignee.  Vi sono anche gli utensili utilizzati per la produzione del papiro e i pigmenti degli inchiostri usati per le illustrazioni del “Libro dei morti” (1400-1200 a.C.), rotolo che veniva riposto nella tomba accanto al defunto, per guidarlo nell’ oltretomba.

La seconda sala ospita la Biblioteca di Egittologia e di Papirologia, costituita da circa 2000 volumi con catalogo consultabile anche online. Vi è anche una raccolta di vasellame antico del Mediterraneo orientale, donato da un privato nel 2008.

Un Laboratorio di lettura e restauro dei papiri è dotato di moderne attrezzature che consentono il restauro “virtuale” di un papiro.

Da non perdere

Oltre ai preziosi papiri, un gioiello del Museo è la riproduzione moderna della macchina per lo svolgimento dei “papiri ercolanesi”, inventata nel 1753 da Padre Antonio Piaggio, che riuscì a trovare il metodo per aprire i papiri carbonizzati senza sbriciolarli. 

Tra i reperti originari vi è un “Ostrakon” (frammento di vasellame domestico) in calcare, con linee di scrittura ieratica dell’opera letteraria “La satira dei mestieri” (1307-1070 a.C. circa).

Curiosità & aneddoti

Nel Museo è esposto un papiro carbonizzato, riproduzione in laboratorio dei papiri che furono recuperati nella “Villa dei Papiri” ad Ercolano nella metà del 1700, rimasti sepolti per secoli sotto la cenere del Vesuvio, che distrusse anche Pompei nel 79 d.C.

Il “Centro universitario di Studi Papirologici” svolge e promuove molte attività, con attività di scavo in siti egizi, scuole estive e corsi di papirologia e restauro del papiro e della pergamena, seminari e convegni. Con la periodica pubblicazione di riviste, bollettini e collane specialistiche, il Centro è diventato un importante punto di riferimento della ricerca papirologica internazionale  

Tra i principali progetti promossi dal Centro vi è la missione archeologica iniziata nel 2003 e incentrata sullo studio del sito archeologico “Soknopaiou Nesos”,” di epoca ellenistico-romana, sito nel deserto del Fayyum in Egitto.                                                          

Il Museo Papirologico di Lecce è un universo fascinoso tutto da scoprire, pieno di “rotoli” (i libri di allora), che sono sopravvissuti ai millenni di storia dell’uomo.

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