Palazzo Guarini
Entrati nella città storica dalla Porta Trionfale di Carlo V (ora Pporta Napoli) sul lato destro si distende la lunga facciata di palazzo Guarini, che ben si integra con lo spazio circostante per le sue proporzioni armoniche, esibendo motivi ornamentali tipici dei gusto rococo settecentesco.
Il settecentesco Palazzo Guarini è appartenuto dal 1833 alla famiglia nobiliare dei Guarini, il cui stemma araldico sovrasta il portale.
La facciata si presenta divisa in due piani da un cornicione marcapiano lievemente aggettante sul quale si appoggiano le finestre balconate del piano superiore, mentre verticalmente è scandita da paraste che inquadrano ampie specchiature.
Al piano terra domina al centro il portale di ingresso ad arco a tutto sesto, arricchito da ondulate volute arricciate, che danno risalto chiaroscurale alla composizione architettonica. Ai lati si aprono quattro alte finestre ”a cetra”, le cui cornici mistilinee trasbordano oltre le specchiature.
Al piano superiore si aprono le finestre, due per ogni campitura, le cui semplici cornici sono affiancate da volute arricciate e da un tipico timpano che si inarca “a baffetto”. Felice soluzione di sintesi è l’aggancio del portale al balcone sovrastante ottenuto tramite l’abile gioco delle volute, che richiama un’analoga soluzione architettonica nel portale dell’ex convento dei Domenicani, opera di Emanuele Manieri.
Sono questi i vari richiami compositivi ed ornamentali di gusto squisitamente rococo che, in mancanza di fonti scritte, hanno fatto attribuire il palazzo, per analogia comparativa e riscontri stilistici, all’architetto Emanuele Manieri.
Attualmente, dopo vari passaggi di proprietà, il palazzo appartiene alla famiglia Memmo.
Da non perdere
Sul prospetto del palazzo, all’altezza del piano d’attico, destano curiosità sei doccioni in pietra leccese, terminanti con mascheroni dalle diverse sembianze umane: volti con baffi ritorti o a ricciolo fuoriescono da una base decorata con motivi vegetali. Tutti hanno naturalmente la bocca aperta… per fare uscire l’acqua piovana.
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