Parco di Belloluogo
Nel settore occidentale della città, in prossimità delle sedi universitarie del convento degli Olivetani e Studium 2000, vi è un parco di rara bellezza per il suo fascino quasi rurale, che costeggia l’area cimiteriale, avvolgendola con una rigogliosa cornice verde, densa di storia e affascinanti attrattive.
Il parco gravita attorno alla Torre di Belloluogo, arroccata su un banco roccioso delimitato da un profondo fossato, pieno di acqua sorgiva. Edificata tra il XIII e il XIV secolo dai Conti di Brienne, era un avamposto di difesa extraurbano che controllava da nord la città medioevale. Di forma cilindrica, conserva ancora le caratteristiche di fortificazione, coronata da un parapetto con merli e feritoie.
Questo luogo, denominato già in età medioevale “Belloloco” per la sua bellezza, fu scelto dalla regina e contessa Maria D’Enghien (1367-1446) quando, tornata da Napoli dopo la morte del marito (il re Ladislao di Durazzo), diede vita ad una splendida corte presso il Castello di Lecce. La torre e il suo lussureggiante giardino erano la sua residenza suburbana, ricca di “pomi, aranci, cedri, ruscelli d’acqua corrente e artificiose fontane”. Si narra che la regina d’estate trovava “frescura e delizia” in un ninfeo d’acqua sorgiva, posto in una grotta ipogea.
Scomparsi gli sfarzi della vita di corte, il giardino e la Torre furono donati ai Padri Olivetani, che abitavano nel vicino convento, per poi passare nel 1818 in proprietà dei Conti Romano. Nel corso del Novecento, ridimensionato per l’ampliamento del cimitero, il giardino conosce un degrado che culminerà nel più totale abbandono.
Acquistato dal Comune di Lecce, è stato di recente sottoposto ad un rigoroso intervento di restauro e riqualificazione paesaggistica, che lo ha trasformato nel parco più grande e più bello della città.
Il parco ha caratteristiche di naturalità, per la presenza di anfratti scavati nella roccia, muretti a secco e vari fabbricati rurali costruiti con la pietra, tra cui una pagghiara (costruzione in pietre a secco), pozzi e pergolati, che rimandano al paesaggio agrario periurbano della città.
Moltissimi e vari gli alberi da frutto, che rendono molto piacevoli le passeggiate tra Olivi, Fichi, Cotogni, Nespoli, Fichi d’India, filari di Albicocchi e Mandorli. Ci si può rinfrescare, stendendosi sui prati, all’ombra di alberi tipici del paesaggio mediterraneo, come Lecci, Cipressi e Pini.
L’estensione di circa sette ettari permette di svolgere molte attività sportive e i lunghi sentieri sono molto frequentati da chi pratica jogging. Il parco è dotato di panchine e spazi dove fare picnic sul prato in condizioni di assoluto relax, lontani dal traffico cittadino.
L’area verde è particolarmente frequentata da famiglie con bambini e dagli studenti, che vi si recano durante e dopo lo studio, dalle vicine sedi scolastiche ed universitarie.
Il divertimento è assicurato per i più piccoli, con giostre, scivoli ed altre attrezzature ludiche. Vi è un campo di bocce, un bar-ristoro e una serra.
Il parco è accessibile da due ingressi poco distanti da Porta Napoli: uno da viale S.Nicola, al fianco dell’ingresso monumentale al Cimitero e uno da via vecchia Surbo.
Da non perdere
Affascina i visitatori un grande vano ipogeo scavato nel banco di roccia, caratterizzato da sei ambienti che si susseguono nel sottosuolo. Si tratta con molta probabilità di un insediamento rupestre preesistente, dove forse esisteva una cripta bizantina databile al IX-X secolo, a cui si riferiscono alcune iscrizioni in greco e latino incise sulle pareti.
Interessante la visita alla Torre, che custodisce nella cappella al piano primo affreschi di grande valore artistico. Realizzati alla fine del 1300, narrano la “Storia della Maddalena”, il cui culto fu introdotto nel Regno di Napoli dagli Angioini.
Curiosità & aneddoti
Nella Torre di Belloluogo abitò, per un breve periodo, anche il figlio di Maria D’Enghien, ultimo conte di Lecce Giovanni Antonio Orsini del Balzo, finchè nel 1419 non fece costruire, sul versante opposto della città, un’altra Torre ritenuta più sicura: la Torre del Parco. Di proprietà privata, dopo importanti lavori di restauro, ora è utilizzata quale sede di feste ed altri eventi cittadini.
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