Pinacoteca d’arte Francescana “Roberto Caracciolo”

Su via Imperatore Adriano (la via del Mare), delimitata da palazzi della città contemporanea, spicca una costruzione dalle forme rinascimentali con arcature in pietra leccese su maestosi capitelli decorati. E’ Villa di Fulgenzio della Monica, antica residenza cinquecentesca donata nel 1831 ai frati Francescani Minori.

Oggi accorpata alle nuove costruzioni della chiesa e del convento dei Frati minori, è una tappa turistico-culturale da non perdere perché all’interno di questo splendido palazzo si trova, tra altre meraviglie, la Pinacoteca di Arte Francescana, con significative opere di arte sacra provenienti dai numerosi conventi francescani del territorio. 

Si accede dal cortile interno tramite un portale in stile catalano-durazzesco, sormontato dallo stemma lapideo dell’arme nobiliare della Monica, che evoca un glorioso passato. Un profondo porticato conduce sul lato destro alla Biblioteca Provinciale (con incunaboli, cinquecentine e altre rarità) e al primo piano alla Pinacoteca, entrambe intitolate a Roberto Caracciolo, insigne predicatore francescano, vescovo di Lecce nel 1484-1485. 

I dipinti sono opere di frati francescani, che già nel secolo XVI avevano costituito una “Scuola d’arte francescana” per iniziativa di Fra’ Francesco da Martina Franca, primo celebre pittore della Provincia che volle trasmettere le tecniche pittoriche ad altri fratelli laici, dando origine a generazioni di francescani che raccolsero la sua eredità artistica.

La Pinacoteca, inaugurata nel 1968, racchiude in sé 5 secoli di bellezza, accogliendo circa 300 tele sottratte dall’oblio e dalla distruzione dopo la soppressione dei numerosi conventi pugliesi francescani, accumulate negli anni attraverso donazioni ed acquisti. 

L’allestimento si estende su circa 400 metri quadrati al piano primo, articolati in nove sale espositive. Le prime sale espongono opere barocche e controriformiste di Gianserio Strafella, Oronzo Tiso e Serafino Elmo, altre di impronta caravaggesca di Jusepe De Ribera e della scuola napoletana con Luca Giordano e Francesco Fracanzano.

Il percorso si conclude con le sale monografiche del XX secolo, dedicate a Fra’ Raffaello Pantaloni, autore dei dipinti parietali a secco della limitrofa chiesa di Sant’ Antonio a Fulgenzio, all’’outsider salentino Ezechiele Leandro, autore di una serie di pannelli raffiguranti i fioretti di S.Francesco d'Assisi, Francesco Romano, Giuseppe Casciaro e Stanislao Sidoti.

Una sala è dedicata alla cartapesta leccese (con circa 50 statuette) ed ai paramenti liturgici. 

Da non perdere

Oltre a bellissime tele di autore anonimo, meritano di essere segnalate: 

→ “SS. Giacomo e Filippo” di Gianserio Strafella “Il perdono d’Assisi” di Fra’ Francesco da Martina  →  La Madonna della Rosa e “S.Francesco che riceve le stimmatedi Fra’ Giacomo da S.Vito dei Normanni;

→ la collezione pittorica del periodo barocco, con la tela di ”S.Girolamo“ di Jusepe De Ribera, detto “Lo Spagnoletto”, “l’Immacolata e S.Pasquale Baylon” di Oronzo Tiso,La Madonna Immacolata” di Serafino Elmo.  

Fruibile gratuitamente la sala di ricerca con postazioni internet.

Altro scrigno di cultura francescana è la Biblioteca "Roberto Caracciolo", il cui patrimonio librario è stimato in circa 80.000 volumi. 

Curiosità & aneddoti

Fra Roberto Caracciolo, di origini leccesi, fu uno dei più famosi predicatori francescani del suo tempo. Appellato “principe dei predicatori”, la capacità mimica con cui accompagnava le sue orazioni scatenava l’entusiasmo di folle, papi e sovrani del tempo. I suoi “Sermoni quaresimali” furono stampati in tutta Europa. E’ sepolto a Lecce nella chiesa di San Francesco della Scarpa

La Pinacoteca accoglie un prezioso “Crocifisso” in ceroplastica della scuola napoletana cinquecentesca. Si tratta di uno dei sei esemplari esposti al mondo, in cui ricerca scientifica sui materiali e sacra devozione si uniscono in un insolito connubio.

Villa Fulgenzio della Monica, tra i suoi tesori nascosti, ha un giardino in cava con uno splendido agrumeto, nel quale è serbato l‘affascinante Ninfeo ipogeo, intrigante luogo di delizie di età  rinascimentale.

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