Teatro Romano

Percorrendo le strette stradine di impianto medioevale situate in prossimità di piazzetta Vittorio Emanuele II e piazzetta Giuseppe Pellegrino troviamo, con effetto di grande sorpresa, il Teatro romano, un’altra importante testimonianza della città romana imperiale. 

Fu l’imperatore Ottaviano Augusto, nei primi decenni del I secolo d.C., a dotare Lupiae, città periferica del grande impero romano, oltre che di un Anfiteatro, anche di un grande Teatro.

Il Teatro, in parte scavato nella roccia e in parte con struttura portante in pietra locale di grandi dimensioni che sostenevano le gradinate, è il più grande dell’Italia meridionale dopo quelli di Benevento e Napoli. 

Come l’Anfiteatro, l’edificio teatrale è privo di importanti componenti che avrebbero consentito di conoscerlo nella originaria configurazione.  Mancano infatti tutte le parti in elevato: le parti superiori delle gradinate (media e summa cavea) il porticato perimetrale (porticus in summa cavea) e il grandioso fondale scenico (frons scaenae).

Le ricostruzioni effettuate dagli studiosi, confrontandosi con altri edifici teatrali del tempo, hanno ipotizzato un imponente “frontescena, che pare raggiungesse l’altezza di circa 20 metri. 

A tre ordini sovrapposti, era scandito da nicchie in cui erano esposte, come in una galleria d’arte all’aperto, statue della famiglia imperiale o ispirate ai modelli classici e ellenistici: il Doriforo e l’Amazzone di Policleto, le divinità quali Ares, Artemide Athena, Zeus. 

Questo grandioso apparato decorativo aveva la funzione di ostentare davanti agli spettatori la magnificenza dell’impero.  

Se oggi possiamo ammirare questo importantissimo monumento è merito degli scavi archeologici intrapresi nel 1929, ma che, oltre alla parte che è stata messa in vista, non potevano scoprirne di più per la presenza di sovrastanti edifici, che avevano ormai inglobato le antiche strutture. Il fondale scenico, ad esempio, ricadeva proprio sotto il convento delle Clarisse. 

Costruito come l’Anfiteatro in età augustea, poteva contenere oltre 5000 spettatori che confluivano numerosi nel “quartiere degli spettacoli” dell’antica Lupiae. 

Gli stessi già dal primo mattino si presentavano per vedere le esibizioni degli attori con rappresentazioni di testi drammatici grecizzanti e non solo. Dopo lo spettacolo per loro non mancavano altri intrattenimenti, tra cui quello di prendersi presa cura del corpo alle Terme pubbliche.

Nei Teatri romani andavano alla grande gli spettacoli musicali. Attirava molto il pubblico la “pantomima”, rappresentazione in cui gli attori mimavano vari personaggi, che diventavano dei divi, idolatrati dalle folle e anche dagli imperatori.

Oggi il Teatro, di proprietà dello Stato, è gestito dalla Direzione Regionale Musei, organo periferico del Ministero della Cultura. 

Curiosità & aneddoti

La statua colossale frammentaria di imperatore “loricato” (cioè con corazza) riscoperta nel 1940, un tempo agganciata al fondale scenico del Teatro, dopo anni di abbandono in un ingresso laterale del monumento, nel 2014 in occasione dei 2000 anni dalla morte di Augusto, è ritornata sulla scena nei locali del Museo storico, proprio in prossimità di quella che fu la sua ubicazione originaria. 

Le altre statue, che un tempo adornavano il “frons scaenae”, possono essere ammirate presso il Museo Sigismondo CastromedianoInteressante andare a vedere nel limitrofo Museo storico della città (MUST) la mostra “il Leccio e la Lupa”, dove è rappresentato il Teatro nella sua originaria configurazione, con un’affascinante  ricostruzione grafica in scala del presunto fondale scenico, non più esistente.

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