Via della Sinagoga
Nel fitto tessuto medioevale della città storica, l’antico insediamento ebraico della Giudecca rivive nella targa toponomastica, con denominazione in doppia lingua (italiano ed ebraico) di tre strade: via della Sinagoga, via Abramo Balmes, vico della Saponea.
Via della Sinagoga riporta alla memoria la sinagoga quattrocentesca, fulcro di fede ebraica, i cui resti sono stati rinvenuti all’interno del palazzo barocco Personè-Taurino, ora sede del Museo ebraico.
La comunità ebraica visse in prosperità nella Lecce medioevale fino alle persecuzioni del XV secolo, che culminarono con la sommossa del 1495 durante la quale gli ebrei, al grido “Muoiano i Giudei o si facciano cristiani”, dovevano scegliere tra tre destini diversi: convertirsi al cristianesimo, fuggire o morire. Molti decisero di convertirsi ed anche il loro luogo di culto (la sinagoga) fu convertito nella chiesa cattolica dell’Annunziata.
Dopo la cacciata definitiva del 1541 dal Regno di Napoli, le comunità ebraiche subirono una sorta di “damnatio memoriae” cioè di “morte della memoria”, con la cancellazione dei luoghi di culto, dei libri sacri e dei quartieri da loro abitati. A Lecce, i Padri Celestini elevarono la basilica di S.Croce, sontuoso manifesto di cristianità, proprio in prossimità dell’antica sinagoga, cancellando per sempre la memoria di quell’insediamento di fede ebraica.
La Giudecca non era un “ghetto”, ma un quartiere fervente di vita operosa, in cui la comunità ebrea, costituita per lo più da commercianti e artigiani, si dedicava al lavoro e agli affari, che si svolgevano nella limitrofa piazza “dei mercadanti” (ora piazza S.Oronzo). La popolazione circolava liberamente nella città, un pò come avviene nelle attuali “Little Italy” a New York e “China Town” a Londra.
In via della Sinagoga, come nelle altre strade della Giudecca, gli ebrei vivevano in “case palaciate”, organizzate intorno ad un cortile, dotate di magazzini e piccoli laboratori. Molti erano gli spazi destinati alla tessitura, concia delle pelli e tintoria, i cui materiali di risulta venivano smaltiti nei vicini fossati che perimetravano le Mura. Di questi edifici però non vi è più traccia, per le trasformazioni edilizie avvenute a partire dalla metà del 1500.
Via della Sinagoga, suggestiva per il suo impianto ancora medioevale, attualmente accoglie numerosi “Bed&breakfast”, molto richiesti perchè posti nel cuore della città, a due passi da S.Croce.
Da non perdere
Nella “Sala della Memoria” del Museo ebraico è possibile fare una passeggiata virtuale nelle strade della Lecce medioevale ed in particolare in via della Sinagoga, in cui sono stati ricostruiti in modo suggestivo scorci delle abitazioni e momenti di vita della comunità ebraica.
Altra strada dell’antico insediamento ebraico è Vico della Saponea, che costeggia il palazzo Personè-Taurino, sede del Museo ebraico. Lungo questa via un tempo vi erano le fabbriche di saponi.
Curiosità & aneddoti
Le denominazioni delle tre vie dell’antica Giudecca furono decise nel 1871, in occasione del censimento generale della popolazione italiana, dall’erudito Luigi De Simone.
Le sinagoghe erano non solo un luogo di preghiera ma anche di incontro ed istruzione, denominate anche “scola”. In genere erano erette in prossimità di sorgenti d’acqua, per facilitare le abluzioni nei bagni rituali (miqweh). Il fulcro del luogo di culto era l’armadio sacro, che conteneva i rotoli della Torah. Al centro della sala vi era il pulpito per la recitazione delle preghiere.
Lecce medioevale era multietnica. Intorno al quartiere della Giudecca vi erano le aree abitate da diverse comunità, di alcune delle quali è rimasta la targa toponomastica: corte dei Ragusei, corte dei Genovesi, vico degli Albanesi.
Gli ebrei non sono una nazione né una razza, come hanno voluto far credere i loro persecutori, ma un popolo che, abbracciando la prima religione monoteista della storia, ha vissuto disperso in terre diverse e tra altre genti, continuando a custodire la sua identità umana, etica e culturale.
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