Palazzo Marrese
In piazzetta Ignazio Falconieri fa da fondale prospettico la raffinata facciata di Palazzo Marrese, una delle più felici espressioni dell’edilizia civile settecentesca, la cui sfarzosa ornamentazione plastica crea forti risalti chiaroscurali ed emana vibranti riflessi.
Il palazzo, di cui non si conosce l’anno di costruzione, ma comunque ascrivibile al settecentesco gusto locale, è stato attribuito all’architetto Mauro Manieri, impegnato oltre che nell’architettura religiosa anche in campo civile.
Indimenticabile per armonia di scansione e originalità dell’ornamentazione plastica, la facciata si presenta divisa in due registri dal cornicione aggettante che si allunga su tutta la facciata, sorretto da sporgenti mensole con angeli, figure femminili e maschere.
Al piano terra domina nella campitura centrale il portale di ingresso ad arco a tutto sesto, reso scenografico da una coppia di paraste, che si trasformano in volute, dalle quali la magica mano dello scalpellino fa germogliare quattro cariatidi con ricco panneggio, che con le braccia alzate sorreggono l’architrave. Le finestre, poste sui lati, sono riccamente adornate con volute a motivo vegetale.
Al piano superiore, ritmato da parate lisce terminanti con un ornamento a motivo lanceolato, al centro di quattro specchiature, sotto altrettanti archi a pieno sesto, si aprono semplici finestre. Tra gli elementi ornamentali incisi sulla pietra spiccano i busti di santi in atteggiamenti espressivi, che si affacciano dai timpani spezzati delle finestre e le conchiglie (valva pecten), motivo ricorrente del linguaggio ornamentale di Mauro Manieri.
Il palazzo passò dalla famiglia Marrese a quella dei Bernardini e infine alla famiglia Rollo, alla quale appartiene lo scudo araldico ora posto sopra il portale.
Da non perdere
Il palazzo si affaccia lateralmente su vico della Cavallerizza, il cui prospetto esibisce quattro doccioni in pietra leccese, terminanti con mascheroni dalle diverse sembianze umane ed animali. Tutti hanno la bocca e le fauci spalancate e sembrano gridare. Ma niente paura …. è solo per fare uscire l’acqua piovana.
Sulla parete di fondo dell’atrio di ingresso, oltre la volta lunettata, se il portone è aperto, si scorge, una sinuosa statua in pietra leccese raffigurante S.Oronzo con la mitra, incorniciato da motivi floreali ed affiancato da due angeli.
Curiosità & aneddoti
A partire dall’età moderna (secolo XVI), nobili ed aristocratici locali si affiancarono al potere religioso e militare, impegnati a realizzare chiese, conventi e fortificazioni, edificando rappresentativi palazzi residenziali, che mescolati alle architetture religiose e militari hanno trasformato la città storica in un originale e sfaccettato palcoscenico a cielo aperto.
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